9 aprile 2014

Raccontiamo Spaziare01 - conclusioni



Come detto, il convegno non si proponeva di dare risposte, nè di dimostrare alcuna tesi - se non quella di far riflettere gli intervenuti su quanto il paesaggio permei, a vari titolo e a vari livelli, le nostre vite.

E quanto sia necessario perciò tutelarlo, viverlo e prendersene cura, anche parlandone.


Dalle relazioni è emerso quanto il paesaggio costituisca la nostra identità, la piattaforma del nostro comune sentire.


Si è parlato di un Paesaggio la cui geomorfologia ha influito sui cromatismi e le forme dell’insediamento e dell’architettura rurale, e di quanto esso costituisca una relazione profonda ed inimitabile tra quello che "c'è sotto" e quello che “c’è sopra”.

E' stata richiamata più volte la mezzadria come origine storica, passaggio epocale per l’elaborazione del paesaggio, e quanto le sue componenti sociali, economiche, storiche siano tuttora leggibili e “parlanti”: di nuovo, quindi, come sia il “non visibile” a dare ragione del “visibile”, attraverso lo scatenarsi dell’”insight”.

Ci hanno raccontato di come i viaggiatori, da secoli, vedono il nostro territorio - e di come il nostro territorio rischi, per assomigliare a questa idea, di perdere almeno in parte la propria identità.

Ma di come sia grazie al viaggiatore che alcune ricchezze, alcune peculiarità del nostro paesaggio siano state individuate, messe a fuoco, celebrate, valorizzate. Grazie, appunto, ad un altro punto di vista.


Abbiamo parlato di come l’arte contemporanea possa essere efficacemente integrata con il Paesaggio, di come essa costituisca un interlocutore prezioso per entrambi; di come possa sottolineare del paesaggio relazioni, opportunità, segni.




Di come, spostando l’angolo di visuale, emergono potenzialità inespresse del nostro patrimonio culturale e paesaggistico.

Di quanto ne esistano altre, ben visibili, ma non valorizzate o anzi trascurate (parco di Villa Arceno, solo per citarne uno).

Di quanto la presenza dell’arte contemporanea inserita nel paesaggio inneschi processi di “scavo”, di “attività archeologica delle emozioni sepolte”, nella ricerca di senso e di significati ampi, e ne abbiamo visti esempi concreti la domenica.



Sono emersi diversi spunti e potenzialità nelle “ibridazioni” e nelle “contaminazioni”, che mettono in relazione agricoltura, nuove forme di arte “partecipata”, musica, architettura, prodotti del nostro territorio, da rilanciare e veicolare attraverso la sperimentazione, la ricerca e l’innovazione.


Ampi spazi di ricerca, di approfondimento e di valorizzazione

- anche in termini concreti -

attendono di essere praticati e perseguiti.


Vi aspettiamo a Spaziare02 e a tutti gli altri appuntamenti.

Iscrivetevi alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornati!







Nessun commento:

Posta un commento